Ciao!
Un altro lunedì notte in cui possiamo parlare di scrittura e di un po’ di altre cose che girano intorno a Scrivere di notte. Grazie di essere qui.
Lo scrivere brutto, lo scrivere male. Non è che sia una scienza esatta, ma un’idea su cosa voglio dire me la sono fatta. Parliamone.
Prima però, al volo, ti ricordo che ho aperto il canale YouTube di Scrivere di Notte e che entro il 15 giugno, pubblicherò una video lezione gratuita sulla retro storia dei personaggi: come usarla al meglio e perché. Iscriviti al canale e ti manderò il link di accesso alla lezione.
Il canale è questo
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E ora via alle chiacchiere.
Scrivere male
La parete di Profondo rosso e l’effetto a freddo
Scrivere male. La questione è complicata e mentre scrivo non so dove andrò a parare. Non è che la definizione di cosa è scritto male sia una scienza esatta. Quindi prendete queste parole per quello che sono: sto riflettendo con voi, e se vi andrà alla fine vi chiederò di darmi una mano a definire il fenomeno.
Quando ti metti a pensare a cosa significa butti la cosa subito fuori di te, a scrivere male, sono sempre e solo gli altri. Eppure nelle pieghe più nascoste della tua vanagloria personale, oppure nelle parti più a vista, dipende da quanto sai essere autocritico sul tuo lavoro, la consapevolezza che questo scrivere male a volte riguardi anche noi spunta fuori. Occorre pensarci un attimo e fare il punto
Questo però è un primo pensiero: lo scrivere male questi dubbi non se li fa, e lo sa fin troppo bene dove vuole andare a parare, lo sa dalla prima parola e tutto quello che viene dopo è in qualche modo pilotato.
La direzionalità lineare di ogni frase, di ogni battuta di dialogo, gesto, caratterizzazione del personaggio, movimento di trama, di solito è una cosa che mi indispone, non so se sia un indizio sicuro di scrittura da poco ma nella vita, come nella scrittura eccezionale, le sviste, gli imprevisti, i salti logici ed emozionali sono sempre dietro l’angolo ed è questa la materia di cui sono fatte le esperienze significative.
La via della bellezza è tortuosa e si apre all’ inaspettato. Siamo più della somma delle nostre parti. La scrittura banale, invece, funziona per addizione, somma gli elementi, oppure li accumula, seguendo un’idea del carattere del personaggio, o di un’idea di scrittura, che dovrebbe venire fuori da questa sovrapposizione di elementi standard che fanno le cose così come sembra siano. Un indizio di una scrittura poco interessante è proprio questo restare in superficie, piegarsi a una facciata del reale che invece è solo una prima passata di vernice sulle cose, che forse va tirata via per iniziare a fare sul serio. Lo sappiamo bene, chiunque ha visto PROFONDO ROSSO lo sa: grattando il primo strato di vernice potrebbero venir fuori cose interessanti.
Quando scriviamo male, restiamo bloccati nello stereotipo, che non ha profondità, che si basa, forse, sulla convinzione che le cose siano in un modo dall’inizio alla fine. La scrittura fatta male manca di movimento, di pensiero, di trama, di frase. Fissa le cose in un ritrattino appena abbozzato, statico, e così facendo le uccide.
Quando studiavo sceneggiatura i nostri insegnati ci facevano vedere degli esempi di scritture grandiose, capolavori della cinematografia oppure serie indimenticabili. Studiavamo la presentazione del personaggio in American Beauty, la gestione del tema in un film di Susanne Bier, guardavamo una puntata di Seinfeld, ci veniva consigliato di scoprire serie come The Shield o I Soprano. In quel periodo comprai i cofanetti di Lost, non facevo che ragionare sui colpi di scena, sulle mille deviazioni sorprendenti che poteva assumere la storia, e la relazione tra i personaggi, su come poteva essere apparentemente forzata e violentata la premessa di un racconto per poi alla fine vedere che tutto quel movimento centrifugo di rilascio e resistenza e allontanamento dal concept di serie serviva proprio a confermarlo in modo mai banale e telefonato. Tutto molto bello, sarò sempre grata a quel periodo di studio, visioni e chiacchiere. Poi però mi sono resa conto che le cose con le quali dovevo confrontarmi a scopo lavorativo erano le fiction italiane. Fine della storia.
Se volete un chiaro esempio di come quello che è riuscito e bello può venire rovinato da una scrittura improbabile la fiction italiana può venire in aiuto. Donna detective per ridere del massacro del genere detection. Il restauratore: per verificare l’improbabile traduzione da prima serata rai di un concept con elementi fantastici come Medium. Mediaset, ormai tanti anni fa, ha provato a rifare Sex and the city. Provate a cercarla e troverete la frase: Amiche Mie: su Canale 5 la versione italiana del celebre Sex and the City. Bene un compito per casa per capire cosa vuol dire scrivere male: guardate prima l’originale e poi la copia. Scusatemi se questa seconda visione farà un po’ male, come tutte le perdite di tempo con le cose goffe, scopiazzate, palesemente ridicole e imbarazzanti.
Questo però ci porta a un secondo passaggio. Lo scrivere male è sempre realizzare una copia, la brutta scrittura non è mai autentica perché è la riproduzione di un pensiero che è nato altrove, tradotto in modo maldestro, che è stato frainteso e banalizzato. La scrittura sciatta è sempre, qualcosa che abbiamo già sentito, ma questo vale anche per i capolavori, però qui possiamo dire che contiene un fraintendimento fesso al suo interno, l’ingenuità irritante di un tentativo di riproduzione che mostra subito la corda e fa cadere l’interesse.
Quindi, ricapitolando, per scrivere male dobbiamo stare nello stereotipo fisso, scrivere storie, situazioni, temi, che partono da una verità e che a quella stanno ancorati senza mai metterla in discussione, e in aggiunta dobbiamo anche riproporre maldestramente un’idea altrui, che probabilmente non abbiamo compreso, e riportarla fuori contesto senza aggiungervi niente di nuovo e privandola della sua potenza espressiva, di cui non resterà traccia nella nostra versione sfocata e sfilacciata.
Per scrivere male essere inautentici è un bel punto di partenza, la via maestra, se vogliamo. Inautenticità: se ci penso la ragione di una scrittura brutta è tutta dentro questa parola. Che altro?
Nel De Sublime, citando le parole di Aristotele, si parla di un “effetto a freddo”. Mi piace l’espressione e direi che nello scrivere male l’effetto a freddo è quasi una certezza. Di cosa si tratta? In questo testo sacro questo “a freddo” è contrapposto al concetto di sublime che è descritto come una specie di vertigine attraente, un baratro spaventoso ed emozionante che ci mette a dura prova, ci fa dubitare di noi, che ci scuote nel profondo. L’oggetto che fa vita al sublime è vasto rispetto all’esperienza che produce in noi, è solenne ma mai artificioso, ha una voce ruvida e imperiosa, ha una grandezza che è uguale solo a sé stessa. Una grandezza che è uguale a sé stessa: ecco una bella definizione dell’autenticità, una tra le tante indimenticabili che si trovano dentro il De Sublime. E proprio come il sublime ci sconvolge, la brutta scrittura (la scadente operazione artistica, per allargare il discorso) produce l’effetto a freddo, la sensazione di artificiosità, di parole che cadono il vuoto, di pose senza significato, di limature del niente, di una mano che butta parole su parole nel foglio come lo farebbe un bambino abituato a piangere o a pestare i piedi per attirare l’attenzione altrui.
Quando scriviamo male, sempre per restare nei termini del De Sublime, lo stile si fa turgido, il pensiero è tortuoso senza essere complesso, il corpo del testo si gonfia di piccinerie d’animo, e come dice sempre Aristotele: suscita non uno sconvolgimento dei sensi, ma una risata liberatoria oppure una corrucciata freddezza.
E poi, aggiungo io: tutto è svelato e tutto si mantiene in una zona sicura, ma grigia, all’interno della quale l’autore non rischia nulla. Il mistero può essere difficile da gestire. Chi scrive male di solito lo bandisce dalla sua storia, dalle frasi, dalle parole che i personaggi si scambiano, dalla vista del mondo che il loro sguardo raccoglie, dal senso di quello che stanno raccontando. Chi scrive male pretende, o forse finge, che tutto sia chiaro fin da subito.
Scrivere male vuol dire anche, soprattutto, non avere abbastanza carattere e coraggio da rischiare di restare incompresi, di venire rifiutati. Uno dei motivi per i quali tante scritture crollano è anche una questione di mancanza di personalità, di paura, di azzeramento del rischio, di assicurazioni preventive che uccidono il desiderio. Ma in letteratura, nella vita, in amore: spesso la questione ci riporta all’imperativo del Brand di Ibsen, quel o tutto o niente, che fa la differenza tra il sublime e il finto prezioso, l’artificioso, il fiacco e vuoto.
Per finire, per scrivere male forse devi desiderare vincere, sempre e comunque, e devi avere anche una paralizzante paura di perdere. Se vuoi scrivere, vivere e amare in modo posticcio, quella è la via.
Mi piacere sapere cosa avete letto di brutto e inaccettabile, sciatto, orrorifico e o ridicolo ivolontario. Scrivetemi a: scriveredinotte@gmail.com
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Grazie per aver letto questi pensieri notturni, restiamo ancora un po’ insieme, ho una cosa da dirti.
La prima è che ci vediamo 9-10-11 giugno a INTERZONA a Roma a Centocelle, al PASTO NUDO.
Venerdì ci saranno tantissime cose per cominciare ti aspetto alla lezione aperta di SATANTANGO
il libero e gratuito laboratorio di Scrittura, parleremo anche di OVERLOOK LOOP il terzo volume di TREMA e avremo come ospite ANDREA ZANDOMENEGHI
Leggi qui il programma di Venerdì 9 giugno
E poi:
È partito questo laboratorio individuale, online, rivolto a editor e autori, a cura mia e di Franco Pezzini.
SCRIVERE UNA SCHEDA DI LETTURA, DI REVISIONE
Se vuoi sapere nel dettaglio di cosa parleremo scrivimi
Ciao ci vediamo una delle prossime notti!
*** ALL ABOUT …
Sono Emanuela Cocco, editor freelance e autrice. Se vuoi sapere quasi tutto sul mio conto qui c’è il mio sito, la bio, dove sto, cosa ho fatto in tutto questo tempo in cui NON sono andata a letto presto.
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Si può fare. Scrivere di notte e Il Pasto Nudo organizzano SATANTANGO libero e gratuito laboratorio di scrittura un laboratorio in presenza, 1 sabato al mese con autori ospiti, presentazioni, lezioni ed esercitazioni di gruppo. Sì è gratuito. Ci vediamo a GIUGNO A INTERZONA
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Ora sai tutto. Ci vediamo una di queste notti.
Emanuela