Ciao!
È lunedì notte, quindi torniamo a parlare di scrittura e di un po’ di altre cose che girano intorno a Scrivere di notte. Grazie di essere qui.
Prima però devo dirti che ho aperto il canale YouTube di Scrivere di Notte.
Dentro ci sono ancora poche cose, c’è già un laboratorio di scrittura gratuito e notturno (si è svolto in diretta da mezzanotte alle tre del mattino) di 3 ore, online, pieno di ospiti e accessibile a tutti. Entro il 15 giugno, pubblicherò una video lezione gratuita sulla retro storia dei personaggi: come usarla al meglio e perché. Iscriviti al canale entro il 14 giugno e ti manderò il link di accesso alla lezione.
IL CANALE DI SCRIVERE DI NOTTE
E ora via alle chiacchiere.
Scrivere la vita meravigliosa
Ted Lasso e Il commesso di Malamud
La vita, a volte, diventa meravigliosa, in certe occasioni, per ognuno sono diverse, ma di certo lo è in una qualsiasi puntata di Ted Lasso e nel romanzo il Commesso di Bernard Malamud.
Sì, proprio come in quel film di Frank Capra, in quella serie e in quel romanzo la vita è meravigliosa, per chi guarda, per chi legge.
In una puntata di Ted Lasso, un uomo, Ted, trascorre da solo la notte di Natale, ed è la prima volta da quando si è separato. Suo figlio gli manca, forse anche la vita che aveva prima gli manca. È solo, lontano da casa, alla tv danno proprio quel film di Capra, e anche James Stewart sembra messo male.
Questo perché la vita può anche essere meravigliosa, ma questo non vuol dire che sia facile, anzi è l’esatto contrario.
Catastrofi e meraviglia
In queste storie vediamo i personaggi cadere, inciampare nella vita, li vediamo perdere tutto, avere paura, li seguiamo mentre sono tormentati da domande e dubbi terribili. Sono degno di essere amato? Valgo qualcosa oppure no? Morirò da solo? I personaggi di questo tipo di storie vengono incalzati dalla vita, che spesso tradisce le loro aspettative mettendoli alla prova nei modi che mai avrebbero potuto immaginare. C’è tutto un arco, di tristezza, fallimento, inettitudine percepita e crisi, che si compie dentro di loro, prima che la dolcezza della vita si manifesti riempendoli di meraviglia.
Perché va così? Perché sono le prove che la vita ci mette davanti a darci il senso, il valore, la misura di ogni relazione ed è proprio la relazione il centro di queste storie, il motore principale di tutto quello che rende la vita dei personaggi (ma perché nella nostra vita non va esattamente così?) al tempo stesso così difficile ma anche così bella e a tratti piena di meraviglia.
Meravigliosa, quindi, ma difficile.
A Ted Lasso nessuno risparmia niente. È un allenatore di Football Americano e si trasferisce per allenare una squadra di calcio inglese. Lui non sa nulla di calcio ma ce la mette tutta. I suoi modi sono strani ma splendidi, lui ci crede, crede nelle persone e a noi sembra che creda anche in sé stesso ma poi, lo scopriremo, capiamo che dietro i suoi sorrisi, la sua gentilezza autentica, dietro all’amore che è capace di suscitare anche nelle persone apparentemente più distanti da lui, c’è anche molta paura, fragilità, quella di chi sa di essere stato sottovalutato tante volte in vita sua. Niente è facile, niente gli riesce al primo colpo. Ogni cosa sembra metterlo in discussione. Tutto è da inventare e nessuno gli farà sconti.
Allora com’è che sul campo con Ted Lasso, o nella scatola dei biscotti che lui prepara per Rebecca, il suo capo, che poi diventerà una delle sue migliori amiche, o dentro gli spogliatoi, per strada, in una conferenza stampa sportiva in cui lui fa una gaffe dietro l’altra, la vita finisce per manifestare questa sua natura indomabile ma anche incantevole e bella? E come possiamo fare, noi che vogliamo scriverla, la vita meravigliosa, a farla diventare così, sullo schermo, sulla pagina?
Adesso ci arriviamo.
È natale anche nella piccola bottega di Morris Bober, a Manhattan. È natale, o quasi, ma il vecchio commerciante è stanco, si sente finito, sorpassato morto. Da qualche parte hanno aperto un grande supermercato, i clienti lo tradiscono, la vita lo tradisce, rischia di chiudere, tutto il meglio è passato, pensa. E quando non potrebbe andare peggio, ecco che arriva Frank Alpine, il ladruncolo che lo colpisce alla testa, che vuole derubarlo. Niente potrebbe andare peggio eppure anche in quel romanzo la vita è meravigliosa. Lo sai, lo senti in ognuno degli errori che commette Frank, nei suoi tentativi maldestri, catastrofici, di porvi rimedio, ti arriva la certezza in ogni istante, la leggi nella cocciutaggine di Morris e nell’amore caotico che Frank prova per Helen, la figlia di Morris, e in tutta la confusione e le lacrime e le promesse mancate e i tentativi a vuoto di essere una persona migliore di cui è cosparso il romanzo. In un tutto questo grande casino che è la vita senti che è meravigliosa, che non vuol dire giusta, benevola, ordinata.
«È strano come le cose che ci hanno fatto piangere nella nostra vita a un certo punto ci fanno piangere perché non ci sono più.» (Ted Lasso, seconda stagione, episodio 4, Carol of the Bells)
Nella vita meravigliosa, sullo schermo, sulla pagina, o almeno la versione che io vi invito a scrivere, quella che ho trovato in Ted Lasso, nei film di Capra, quella che costituisce il mondo del romanzo di Malamud, si lotta per qualcosa e poi lo si perde, quasi sempre si perde, si perde di continuo, spesso i sogni che inseguivamo ci si ritorcono contro, oppure scopriamo che non valevano il viaggio, e si cade faccia a terra, si piange, a volte un attacco di paura profonda e invincibile ti afferra, oppure è l’amore, che forse è ancora più spaventoso, ma il punto è che mentre questo accade non sei solo, mai completamente solo. Qualcuno è dalla tua parte. E te ne accorgi. E questo ti riempie di stupore e di gratitudine.
È proprio questo, se ci pensiamo, a rendere la tua vita incasinata, difficile, a volte amara, comunque magnifica. Almeno in questo tipo di racconti.
Le relazioni sorprendenti
Quindi, tornano al punto: come si fa a scrivere la vita meravigliosa? Dobbiamo lavorare sulla relazione tra i personaggi. E dobbiamo sapere come caratterizzarli in modo profondo. Per scrivere questo tipo di storie, serve un certo tipo di attenzione tra loro, servono persone che accettano, per il tempo che durerà la storia, di essere testimoni della vita degli altri, di giocare non solo il loro gioco, per una volta, ma anche la partita del loro prossimo, che poi potrebbero scoprire, e questo sì che è meraviglioso, essere proprio anche la loro partita.
Quindi, i personaggi. La loro caratterizzazione dovrebbe essere così profonda e ben condotta da dare vita a interessanti linee di racconto, che però non viaggiano in parallelo, ma che si intersecano per creare lo spazio della storia, che è un reticolato di obiettivi, desideri, azioni, reazioni, raffigurazioni, motivi fissi e variabili.
La vita meravigliosa si vive, e si racconta, tenendo gli occhi aperti e accettando il rischio di perdere ma sapendo che tutto questo lo vivrai accanto a qualcuno, che non farai un viaggio in solitaria. Puoi dare vita a questo tipo di storie facendo vivere ai tuoi personaggi questa perdita, una dimensione di smarrimento, incertezza e paura, inserendoli, però in un sistema di relazioni forti. Questo è il primo passo.
L’attenzione al mondo è un presupposto indispensabile, e non sto parlando solo di quella dei personaggi ma anche, soprattutto, la tua. Se per te il mondo non esiste, se per te si tratta solo di decidere tra vincitori e perdenti, faresti meglio a darti alla fiction Rai. Se per te l’altro non esiste non lo vedrai se non nelle pieghe più superficiali e stereotipate della sua manifestazione.
Questo è un errore comune. Dimenticare che la vita meravigliosa è piena di sorprese. Le persone possono sorprenderti, sempre. L’altro è qualcuno degno di attenzione, che può rivelarsi interessante. Se per te che scrivi è solo una comparsa probabilmente sceglierai la via più facile per ritrarlo. Sarà qualcuno da deridere, e allora lo ridurrai a una macchietta, fosse anche un nemico, oppure diventerà un oggetto del desiderio, una macchietta anche quella, perché un cartonato immobile, un oggetto, appunto, mentre il desiderio si sposta di continuo e muta, mentre ti trasforma.
Se provi a raccontare questa cosa incasinata che è la vita, te lo dice anche Ted Lasso, ricorda di essere curioso, non giudicante. Chi ha bisogno del tuo giudizio?
La scelta è tua, ma se decidi di partire dai luoghi comuni e iperstatici delle narrazioni scritte male approderai a quelle storie morte da prima serata nelle quali i personaggi sono solo o buoni buoni o veri bastardi senza redenzione perché di fatto non sono nulla.
La storia di cui stiamo provando a dire qualcosa non funziona così, presuppone un movimento interno ai personaggi che sono contraddizione pura, perché la meraviglia altro non è che l’accensione di una luce improvvisa, la scoperta di quello che prima abbiamo dovuto vivere per arrivare a capirlo.
Nel bel mezzo della perdita, dello smarrimento, della fragilità più ingestibile, in certe occasioni, in certe storie, arriva il momento in cui ti accorgi che niente è come credevi, che in quella vicenda altri personaggi corrono accanto a te, che lo spazio di gioco non è deserto (altrimenti ci troveremmo in un film di Fassbinder, probabilmente) che tra i vari giocatori, qualcuno è dalla tua parte, qualcuno no, ma non importa, non stai giocando da solo, la tua vita è connessa alla vita di altre persone.
È questo che ti sorprende, è la parte meravigliosa che ti spetta, ma per trovarla devi attraversarlo quel campo, prendere qualche calcio, dubitare di te, perdere, restare a terra. Altrimenti come fai a scoprire se arriva davvero qualcuno a tenderti la mano?
La storia che vi invito a scrivere, quindi, costruisce attorno a questa meraviglia una serie di momenti, di messe alla prova date dall’esperienza. Nessuno è qualcosa se non quando fa la sua mossa. La vita che proveremo a scrivere somiglierà, quindi, a una specie di labirinto (o alle montagne russe) dal quale i vostri personaggi non potranno uscire da soli.
La vita si fa meravigliosa insieme, oppure è solo la sua interpretazione.
La questione della retro storia
Quindi la scrittura di queste storie che qui stiamo chiamando “vita meravigliosa” si basa sul sistema di relazione tra i personaggi e sulla loro caratterizzazione profonda. Bene. Ma, provando a essere pratici, in che modo posso creare allo stesso tempo questa caratterizzazione profonda e poi assicurarmi le linee di racconto dei vari personaggi siano interconnesse tra loro, tanto da creare quel sistema relazionale effetto testimone, quel legame di fiducia e dono di sé che è alla base del movimento che si genera all’interno di questo tipo di storie?
Ed eccoci arrivati a una questione importante: la faccenda della retro storia.
Retro storia, ovvero: tutto quello che è accaduto al personaggio nel fuori campo, dietro le quinte, nel passato, prima che il racconto a cui stiamo partecipando come lettori – spettatori avesse inizio.
Pe cominciare possiamo dire che il passato dei nostri personaggi è materiale esplosivo, ma non nel senso in cui lo intende un autore inesperto. La retro storia non è qualcosa di cui dobbiamo liberarci alla svelta, non è un sacco di panni sporchi da svuotare nella prima lavanderia a gettoni per fare il bucato alla storia e poter finalmente cominciare. No. La retro storia è un bagaglio di eventi, episodi, incontri, cose che hanno fatto diventare (in senso esistenzialista) il personaggio quello che è.
Cose preziose, quindi. Cose esplosive? Sì.
Cose che hanno un valore inestimabile all’interno della storia. Dare al lettore la retro storia di un personaggio significa fargli un regalo, oppure aggredirlo (in senso buono) con qualcosa che lui proprio non si aspettava e che avrà un impatto emotivo profondo su di lui. Tornando al nostro discorso delle linee interconnesse, della caratterizzazione profonda e della relazione tra i personaggi, chiediamoci: come faccio a rendere questa relazione significativa? Risposta secca: usando bene la retro storia.
Quando un personaggio entra davvero in relazione con un altro, quando si fida di lui e inizia ad amarlo a volerlo nella sua vita, a credere in lui, immancabilmente gli farà dono di un pezzo del suo passato, un tassello di quella retro storia che noi lettori – spettatori abbiamo intuito ma della quale (se avete fatto le cose per bene questo momento non arriverà troppo presto) non sappiamo ancora nulla. Ogni personaggio è un mistero, deve costituire almeno in parte un mistero perché il lettore o lo spettatore si avvicinino a lui pieni di desiderio, che è l’esatto contrario della noia. Se voi che scrivete avrete trattato la retro storia per quello che è (un gioiello, una bomba) nel momento in cui ne farete dono al lettore lui vi ringrazierà, si sentirà appagato e grato della vostra fiducia nei suoi confronti. La rivelazione della retro storia segnerà anche un passo significativo nella relazione tra i personaggi, spingerà la loro interazione su un piano che trascende la pura funzione narrativa e questo darà al racconto quel movimento in bilico tra l’inaspettato e il conosciuto che è l’essenza della meraviglia in queste storie.
Come sempre non si tratta di trovare la grande nuova idea (ma poi esistono idee nuove?) quanto di mostrare come le cose che abbiamo sempre saputo, verso le quali eravamo ciechi ci si rivelano in modo inaspettato grazie all’incontro con l’atro. Ecco perché le storie “vita meravigliosa” hanno bisogno dei personaggi, della relazione tra i personaggi, del dono che loro fanno di un pezzo del loro passato per entrare in intimità (tra loro o con il lettore). Ed ecco perché, per finire, la retro storia oltre che un gioiello è anche dinamite, è roba pensante da far esplodere nel racconto al momento giusto. Retro storia, qualcosa di cui possiamo servirci per creare intimità, connessione tra i personaggi, coerenza nella loro caratterizzazione ma che è indispensabile anche per dare una spinta al racconto, per imprimergli quell’energia vitale che è propria delle cose inaspettate. Le storie scritte male confermano tutte le previsioni, quelle meravigliose le riducono in cenere e le ricreano allo stesso tempo conosciute, domestiche eppure mai viste prima, come epifanie definitive che ci fanno dire allo stesso tempo: cazzo, l’ho sempre saputo!
Eppure non me l’aspettavo.
SCRIVERE LA VITA MERAVIGLIOSA – la lista:
Ted Lasso, una serie televisiva statunitense (la puoi vedere abbonandoti a APPLE TV) creata da Bill Lawrence e Jason Sudeikis. (Guardala, dai guardala!)
Il commesso, un romanzo di Bernard Malamud (1957) (Leggilo, eccome se dovresti leggerlo.)
***
Grazie per aver letto questi pensieri notturni, restiamo ancora un po’ insieme, ho altre cose da dirti.
Qualche giorno fa ho visto finalmente Aftersun, di Charlotte Wells.
Mi ha dilaniata per la precisione e i piccoli tocchi perfetti con i quali dice tutto.
E solo tutto quello che è nostro, solo nostro, così piccolo, tutto compreso in cose che solo noi sappiamo, solo questo diventa universale.
(Per vederlo: o ti abboni a MUBI, oppure trovi un’amica o un amico che ti voglia bene e te lo mandi in regalo dopo che ha finito di vederlo lui, io l’ho regalato a una mia amica. Lo vedi che abbiamo sempre bisogno degli altri?)
***
E ora tre cose in fila che mi riguardano e alle quali ti invito a partecipare:
UNO – IL LABORATORIO
SCRIVERE UNA SCHEDA DI LETTURA, DI REVISIONE
Sta per partire questo laboratorio qui rivolto a editor e autori, a cura mia e di Franco Pezzini. Se vuoi sapere nel dettaglio di cosa parleremo scrivimi:scriveredinotte@gmail.com
DUE _ IL LIBRO AZZURRO
Venerdì 19 maggio, dalle 19.30 presenterò “Sette racconti” di Pierpaolo Di Mino (testi) e Veronica Leffe (più che illustrazioni, direi opere) al Teatro del Lido di Ostia e come dice
Pierpaolo: parleremo di specchi infranti, dell’anima del mondo, di romanzi che contengono romanzi, del fantastico, che poi è la vita: insomma parleremo dello splendore. Vi aspettiamo.
Ecco i riferimenti:
scopri di più su: www.teatrodellido.it
Teatro del Lido di Ostia
via delle Sirene, 22 | 00121 Ostia (Roma)
info 060608 | tel. 06.5646962 | promozione@teatrodellido.it
www.teatrodellido.it | www.teatriincomune.roma.it
TRE - INTERZONA
Il programma è pazzesco.
Il festival è già storia.
9-10-11 giugno 2023.
Interzona sta tornando
Lo ripeto: 9 - 10 - 11 giugno a Roma c'è INTERZONA non c'è niente da aggiungere, dove li trovate i contemporanei e i libri dei contemporanei e le sbronze più contemporanee se non a Interzona? Io ci sarò con un po' di cose, una puntata speciale di Satantango aperta a tutti con ospite il genietto Andrea Zandomeneghi e avrò un banchetto con i tre volumi di Trema, i libri Arcoiris più strani del catalogo e Wojtek con la collana OSTRANENIE e ovviamente LAISECA più qualche romanzo scelto e IL LIBRO AZZURRO E ci sarà anche una CALL pazzesca per D editore. Ma questa poi ve la racconto. Ci vediamo a giugno al Pasto Nudo. Tutto il resto è NOIAAA!
Riferimenti:
PASTO NUDO
Viale della Primavera 319/B, Roma
https://www.facebook.com/pastonudo100celle
Bene è tardi, grazie per essere restati svegli con me, a presto, uno di questi lunedì notte!
***
ALL ABOUT …
Sono Emanuela Cocco, editor freelance e autrice. Se vuoi sapere quasi tutto sul mio conto qui c’è la mia bio, dove sto, cosa ho fatto in tutto questo tempo in cui NON sono andata a letto presto. Trovi tutto sul mio sito.
Restiamo in contatto?
Mi puoi trovare qui sopra oppure:
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Il mio sito personale, dove trovi le cose che ho fatto e alcune di quelle che farò
Il mio profilo facebook, dove faccio gli I Ching con i libri e mostro i miei pancake
oppure scrivimi: scriveredinotte@gmail.com
E vedersi dal vivo, guardarsi in faccia?
Si può fare. Scrivere di notte e Il Pasto Nudo organizzano SATANTANGO libero e gratuito laboratorio di scrittura un laboratorio in presenza, 1 sabato al mese con autori ospiti, presentazioni, lezioni ed esercitazioni di gruppo. Sì è gratuito.
Ci vediamo a GIUGNO A INTERZONA
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Ora sai tutto. Ci vediamo una di queste notti.
Emanuela